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La raccolta del Paleolitico francese del Museo Civico di Modena

MOSTRA
PRIMORDI: La raccolta del Paleolitico francese del Museo Civico di Modena
Museo Civico, Modena, Palazzo dei Musei, Largo Porta Sant’Agostino 337 – aperta fino a giugno 2022, ingresso gratuito su prenotazione https://www.museocivicomodena.it/it/info-utili
Il progetto di studio e valorizzazione della collezione si inserisce nel solco della riscoperta di raccolte di formazione ottocentesca conservate nei depositi. Dopo la “riscoperta” della raccolta egiziana, è ora la volta di una collezione di manufatti paleolitici in selce provenienti dalla valle della Somme, in Francia.
Anche in questa occasione lo studio archeologico dei reperti, affidato a Marta Arzarello del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, è stato affiancato dalle ricerche sulle modalità di formazione di una raccolta dal valore fortemente evocativo. Fu infatti il pioniere degli studi preistorici Boucher de Perthes a raccogliere per primo nella valle della Somme, a metà dell’800, numerosi manufatti del tutto simili a quelli della raccolta modenese e ad associarli a resti paleontologici. Questa ed altre scoperte diedero l’avvio agli studi di Preistoria in Europa ed ebbero grande rilievo nel dibattito fra creazionisti ed evoluzionisti che contribuì alla nascita della Preistoria come disciplina scientifica e alla fondazione di musei come quello di Modena, che proprio quest’anno celebra il 150° anniversario.

Il titolo Primordi evoca molteplici richiami alle origini: le origini dell’uomo, le origini della Preistoria come disciplina scientifica, le origini di musei, come quello di Modena, la cui fondazione ricevette un impulso fondamentale proprio dai dibattiti sulla più remota antichità.
Uno degli aspetti più curiosi e innovativi della mostra è il riferimento, evocato da un filmato introduttivo, agli stereotipi che da sempre accompagnano la percezione del periodo più antico dell’umanità. Fra questi il pià noto e è l’immagine lineare dell’evoluzione, da tempo soppiantata da una visione scientificamente aggiornata e nota con la definzione di “bush”, cespuglio, mutuata dall’ambiente naturale. Per offrire un contributo al contempo corretto, suggestivo e concreto alla conoscenza delle origini dell’uomo, ovvero dei Primordi, le curatrici della mostra hanno affidato a uno sguardo esterno all’ambito disciplinare la realizzazione di un’opera d’arte che rappresenti questa nuova visione. L’opera è stata creata dall’artista Alice Padovani, che, attraverso un dialogo virtuoso fra scienza e arte, ha dato forma al nostro più antico passato.
L’ultima parte della mostra è dedicata a quell’insieme di gesti tecnologici che per centinaia di migliaia di anni hanno accompagnato la produzione un manufatto iconico della preistoria, noto tradizionalmente con il nome di amigdala, ma più correttamente definito”bifacciale”: un video mostra l’intero processo produttivo a partire da un blocco di selce e una installazione dà conto della dispersione di schegge generata nel corso del processo stesso. Una serie di postazioni attrezzate consentono al pubblico di sperimentare in sicurezza le proprietà taglienti della selce su diverse tipologie di materiali

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