Via Casamari – 03029 Veroli (FR)
Telefono/fax: +39 0775 282371
Email: albertocoratti@tin.it; mariaromanapicuti@alice.it
Sito web: http://www.casamari.it/3/index.php/l-abbazia-di-casamari/14-il-museo
Pagina facebook: Abbazia di Casamari
Orario: tutti i giorni 9.00-12.00 e 15.00-18.00
Ingresso: 1 euro; gratuito per ragazzi al di sotto di 18 anni, per gli adulti al di sopra di 60 anni, per i portatori di handicap.
Attività su prenotazione:: visite guidate all’abbazia, alla chiesa e al museo; servizio didattico.
Descrizione sintetica: Nel Museo dell’Abbazia di Casamari sono esposte undici punte di frecce ed un pugnale in selce ed un’accetta in scisto verde dell’Età del Rame tornati alla luce da alcune sepolture scavate in località Malanome, nei pressi dell’abbazia. Una punta di freccia in selce proviene da una ricognizione topografica effettuata in località i Morroni, anch’essa in una località situata nei pressi dell’abbazia.
“Nel 1927, durante lavori per l’impianto di una vigna nei pressi dell’abbasia in contrada Malanome, furono rinvenute alcune tombe dell’Età del rame. Dalle testimonianze dei coloni e dalle osservazioni dell’archeologo Ugo Antonielli, che effettuò dei saggi, si trattava di “tombe a fossa” scavate alla profondità di 80 cm., con inumati distesi in direzione nord-est / sud-ovest. Al loro interno si trovavano numerose punte di freccia e di lancia in selce accuratamente lavorate con scheggiatura a pressione, che rappresentavano, insieme a rari vasi in terracotta, il corredo dei defunti. Lo studio antropologico dei resti umani ha riconosciuto la presenza di otto individui adulti ed un bambino. Una delle calotte craniche rinvenute rappresentò, al momento della scoperta, il primo caso di trapanazione nella preistoria italiana.
In vari punti del cranio sono infatti visibili le tracce di ben quattro trapanazioni eseguite con strumento litico quando l’individuo era ancora in vita. La trapanazione cranica effettuata sul vivente con l’intento di mantenere integro il contenuto cranico è una pratica antica effettuata già prima del Neolitico. Tra i motivi di tali interventi si possono ipotizzare i traumi cranici, le cefalee persistenti e le manifestazioni epilettiche. A giudicare dai risultati, compresi quelli dell’esemplare di Casamari, si devono trarre giudizi positivi sulle conoscenze anatomiche e sull’abilità dei medici preistorici, data l’alta percentuale dei casi in cui le trapanazioni perforanti si sono perfettamente cicatrizzate. Nelle sepolture di Casamari furono rinvenuti anche numerosi vasi in terracotta e accette levigate in pietra verde. Di particolare interesse l’annotazione del ritrovamento di diciannove punte di freccia in selce “racchiuse una sull’altra …., vicino ad un teschio che aveva ancora tutti i denti bianchissimi..”.” (M.R. Picuti, Guida alla raccolta archeologica dell’abbazia di Casamari, l’antica Cereatae Marianae, Frosinone, Spello 2008).
Tra i materiali d’epoca preromana si segnalano alcuni reperti provenienti dalla collezione Roessinger, dubitativamente attribuiti ad un ritrovamento avvenuto nella località Sparavigna, nei pressi dell’abbazia: un anello da sospensione di bronzo (VIII sec. a.C.), una fibula di bronzo con decorazione incisa (VII sec. a.C.), delle fibule di bronzo (VII sec. a.C.), un pugnale di ferro; un pugnale di ferro con manico e fodero, delle punte di giavellotto di ferro e una punta di lancia di ferro. Di provenienza sconosciuta alcuni materiali in impasto: un attingitoio (VIII sec. a.C.), una tazza con ansa bifora (fine IX-inizi VIII sec. a.C.), un’anforetta (fine IX-inizi VIII sec. a.C.), un’anforetta (VII sec. a.C.), un’olla (VI-V sec. a.C.), una teglia (VI-V sec. a.C.), un’olletta con quattro prese (VI-V sec. a.C.).